Correre
- 17 Lug 2003
Quando non è a punto, o magari è proprio da stravolgere perchè il risultato delle settimana precedente è stato un disastro totale il tempo che vi spendo sopra rasenta la follia , magari fino alle quattro e mezza del mattino e non concludo nemmeno, facile presentarsi in pista con la macchina ancora a tocchi e magari carrozzeria da tagliare e verniciare!
Forza, pronti via, gi๠dal letto: l'ora non è delle più intolleranti sono giusto le sei del mattino appena passate, la roba per correre l'ho preparata ieri sera, non mi resta che fare una colazione a base di caffè e partire verso il campo gara!
La macchina è carica, un'occhio alle gomme, l'ansia da finale mi colpisce di continuo, si parte: la strada verso il casello non è lunga, in un attimo sei alla barriera, ma chissà perchè a me quell'attimo mi fa sempre un effetto particolarissimo: me lo gusto con piacevolezza: è una vita che parto al mattino della domenica per fare qualche gara, quando non c'è nessuno per la strada, magari d'inverno, tra una corsa e l'altra è l'unica vera costante, l'unica cosa che si ripete sempre è quel momento tra casa e l'autostrada, l'ansia della gara, sai cosa e come sarà o non sarà la giornata, i pensieri che ti passano per la testa sono sempre gli stessi!
Una volta parti per gli italiani ad agosto, un'altra parti per una garetta del salame magari neanche fuori città e gli attimi in cui pensi a tutto quello che sta per succedre sono forse la parte più affascinante di tutta la giornata che sta per trascorrere, che si vinca o che si perda diventa sempre tutto secondario nei momenti prima della gara: ti vengono in mente un pò tutti i momenti in cui hai fatto esperienza preparando, provando, rompendo o magari vincendo anche la tua coppetta che ti ripaga di duri sforzi e preparazioni quasi infinite!
Quella volte che hai cominciato a correre era in fuori strada, sei arrivato ultimo e nemmeno ti sei accorto che stavi correndo una gara, quanti anni sono passati? Forse una quindicina, allora era la prima gara, la macchina era la "The Fox" della "Tamiya", un'elettrica, la corsa era di sera alla Fiera del Primavera di Genova, era l'ottantasette, avevo poco più di dieci anni, si correva alla sera ed era papà che mi dava il benestare: per andare a correre, ci doveva essere l'OK della scuola, bisognava che i voti fossero in ordine per poter andare a guidare la sera, difatti feci solo due prove delle tre previste, una sera, mi ricordo che era Giovedì, non mi fece andare, è vero probabilmente non me lo meritavo, e probabilmente non mi meritavo di andare nemmeno alla terza prova ma mi fece andare lo stesso, e che gara, non funzionava mica tutto, anzi, quasi nulla, l'attrezzatura era quello che era, tanto ancora oggi mica mi ricordo se ho capito qualcosa!
Giusto che dovevo tenere la radio spenta mentre correvano gli altri era una cosa acquisita, il resto... Mi ricordo gli assetti: nemmeno sapevo che si dovessero fare, scelte di gomme o cos'altro non erano nemmeno un tabà¹, non sapevo esistessero per cui sicuramente non era un problema farli o disfarli; in quell'occasione però avevo capito l'importanza che aveva il fatto che la macchina andasse dritta, la mia proprio non ci andava, però ogni tanto il rettilineo lo facevo senza picchiare di qua o di la.
Era andata sicuramente meglio per quella gara che avevamo corso in occasione della partenza de Rally della Lanterna, allora avevamo allestito la pista in Piazza della Vittoria, avevamo, al tempo, aveva allestito Life Model, il negozio che allora organizzava le gare a Genova, le gare di elettrico, perchè quelle di scoppio da sempre le organizza Model Toys.
Per quella gara avevo già capito più cose, poi non si correva su terra battuta come alla Fiera di Primavera, si correva su asfalto, le macchine erano comunque sempre da fuori strada ma correndo sull'asfalto il divario con gli altri esperti e adulti concorrenti era enorme, sulla terra non si vedeva tanto quanto fossi lento, almeno io non lo vedevo, ho idea che gli altri lo vedessero benissimo, ma sull'asfalto la differenza si era palesata anche a me, in modo brutale, mi ero accordo con forte certezza che andavo molto molto piano, ci ero rimasto malissimo e chiaramente la prima delle colpe che ero riuscito a definire "da buon pilota" era quella della macchina: non camminava, poi c'era il motore che non tirava e via via fino alle ruote che "giravano male".
La macchina di allora era una "Samurai" della "Marui", una ditta giapponese che oramai è fallita, ma che allora si diceva non andasse male, io ne ero rimasto assolutamente deluso!
Avevo poi anche scoperto che le macchine a quattro ruote motrici camminavano meno di quelle a due ruote motrici, l'avevo capito in occasione di una delle gare a Coronata, poco sopra Genova, mi aveva spiegato tutta la questione Paolo Masnata, allora era il rappresentante per la Liguria della "Shumacher", una ditta inglese di cui da sempre sono estimatore, non da sempre, è meglio dire: da allora, che da pochissimo aveva cominciato a produrre una macchina copia della plurivittoriosa "Cat", a due ruote motrici anzichè a quatro, feci l'impossibile per accaparrarmene una, probabilmente ipotecai una decina di occasioni tra compleanni, natali e festività varie, forse il Masnata si era "dimenticato" di dirmi quanto fossero difficili da guidare e quanto più piano andassero nelle curve i due ruote motrici rispetto ai quattro, quella macchina la conservo ancora ora, ho perfino la sua scatola originale.
Da allora di gare ce ne sono state e di modelli ne ho fatto camminare, per terra, per mare e perfino qualche aereo, un paio se non ricordo male: lo "Sky rally" della Kyosho ed un autocostruito che comprai un estate a Levanto da un signore tedesco di nome Ghunter, era un modellista di una sessantina d'anni che era un fenomeno visti i modelli che faceva...
Dall'elettrico sono passato allo scoppio, sicuramente più violento, forse di meccaniche un pò meno fini ma decisamente più avvincente e più veloce, peraltro poi si deve correre con quei mezzi di cui c'è qualcuno che organizza gare, non per dover essere piloti da corsa a tutti i costi, solo perchè con le gare si è sicuri di avere amici con cui passare una bella giornata insieme a scorrazzare con i nostri modelli.
C'è stato poi il periodo in cui ho smesso, che a dire il vero è stato doppio: prima ho piantato lì con le macchine in favore delle barche, che da sempre mi hanno affascinato, fin da piccolo quando ogni volta che avevo a che fare con uno specchio d'acqua cercavo di mettere insieme dalla zattera al palloncino a forma di barca in modo da poter sfidare gli insidiosi flutti, poi vi fu il momento in cui cominciai a lavorare e smisi per un certo periodo tutte le attività che in tempo di studio praticavo, perfino la motocicletta.
Purtroppo, e mi è sempre rimasta ferma l'incompleta opera di una nave della Messina, avevo fatto il piano di costruzione per l'esame da costruttore navale che avrei sostenuto con l'istituto Nautico, e l'idea era quella di preparare un modello navigante funzionante, purtroppo mi fermai alle costole e ai primi corsi di fasciame,
che peraltro misi dopo aver sostenuto l'esame, là mi presentai con le costole tenute insieme dalla chiglia, sicuramente fece figura e quell'inizio di modello permetteva chiaramente l'identificazione delle curve longitudinali dello scafo con la sola realizzazione delle curve tratte dal verticale della barca, il modello era comunque imponente: era lungo poco più di un metro e dieci, in scala uno a cento rispetto l'originale ed in scala uno ad uno rispetto il piano di costruzione: capii perfettamente che all'esame il mio interlocutore sapeva che io avevo capito bene cosa fosse un piano di costruzione e si parlò da pari, mi piacque molto fare quell'esame, e lo stesso professore mi fece vedere un paio di cosette che al momento peraltro mi erano sfuggite, erano finezze, mi onorò il fatto che me le facesse notare: era su terreno fertile e quello che mi diceva veniva compreso: credo non sia male per un professore trovare un allievo interessato alla materia!
Eh si, di barche qualcosa ne sapevo, sicuramente non sono un ingegnere ma piacerebbe molto esserlo per poterle vivere di più!
II°
Era un'attimo e l'autostrada era in arrivo: era chiaro rivedere per un momento un pò tutta l'attività modellistica di una vita: ero tremante ed emozionato come un bambino di prima elementare al primo giorno di scuola: oggi andavo a fare la mia prima gara con un vero motoscafo radiocomandato!
Non ho sicuramente smesso di fare macchinine, ma quella della barca è da sempre una passione fortissima e con un pò d'impegno sono riuscito a metterne in mare una!
E' più difficile delle macchine perchè non esiste il "kit" da assemblare, si ce ne sono ma sono tutti piccoli scafi di cui non si fanno competizioni!
Fare uno scafo per andare a fare qualche gara è difficilee laborioso, si parte da un motore con il suo asse ed uno scafo su cui si deve fare tutto.
La realizzazione è stata lunga e difficile, ho dovuto dare fondo a tutte le mie conoscenze: lo scafo è un Orion della Mantua Model, l'ultimo scafo con cui ha corso i mondiali Merlotti, è però stato fatto allungare dalla parte di poppa da Luca, il proprietario di Model Toys.
Luca è stato un grande "scafista" e conosce trucchi e segreti dell'andar per mare con una barca radiocomandata, io poi ci ho montato un motore Ops, grande gloria dell'automobilismo RC che invece che essere un tre virgola cinque è un tredici centimetri cibici: penso che ci si possa stare: d'altronde lo scafo è lungo più di un metro e si va gareggiare contro i quindici centimetri cubici, se le cose non sono difficili a me non piacciono!
Poi ci sono stati un sacco di problemi legati alla scelta dei componenti: dai serbatoi ai tubi per i sistemi di raffreddamento, poi le eliche sono state la grande incognita!
Se senti in giro non sai veramente da che parte girarti, poi per semplificare scopri che quelle buone in Italia non le vendono, le trovi solo su internet, e non è che internet sia piacevole come il mio negozio di modellismo a due passi da casa, dove peraltro parlo Italiano e se compro le cose me la danno subito: mica devo asperttare quindici giorni per poterle avere in mano: noi modellisti in realtà penso siamo dei bambini professionisti!
A noi piace il giocattolo vero, quello che serve per giocare e che in poco tempo si può rompere e sopratutto quando ci piace lo vogliamo, e lo vogliamo subito, se devo aspettare quindici giorni il giocattolo diventa già una cosa più seria e forse perde un pochettino di significato!
Va ben ora tutto l'abbiamo messo insieme e per questa prima gara ci andiamo a provare: fra cento metri inforco l'autostrada e in un oretta sono sul campo di regata: il nervosismo è alle stelle non so da che parte si cominci a fare una regata e non so chi o cosa ci sarà !
Quanta gente ci troverò e come si deve correre: se fosse una gara di macchinine in poco capirei cosa dover fare e magari potrei correre decentemente, qui se va tutto bene posso cercare di non affondare me stesso o qualcun altro per involontario speronamento, con le macchine non è mica poi così difficile, solo che non si affonda!
Poi c'è la questione del meccanico: come al solito sono solo come un cane!
Gli amici con cui corro nelle macchine hanno da disputare il trofeo Picco nell'ultima prova (sono un paio d'anni che va avanti quel trofeo!) e sicuramente non possono venire a darmi man forte!
Il buon Luca, che peraltro conosce le barche radiocomandate deve fare il team manager al trofeo, d'altronde è uno degli organizzatori e giustamente non può mancare!
Al collaudo generale c'era ed è stato un traguardo notevole: io pensavo già di dovrmela fare a nuoto più e più volte ma effettivamente da come lui mi aveva detto se tutto è a posto prima nulla succede e tutto torna a riva!
Poi ho fatto un pò di giri e più o meno è andato sempre tutto bene ma ora siamo ad una prova seria ed impegnativa: come fare senza uno straccio di meccanico assistente?
III°
Ecco il casello: ora parto ed avrò la conferma che sarò come in mare: solo in "una grande traversata atlantica!"
Avevo puntato sull'amico Riccardo: da quando ha smesso l'università e si è messo a lavorare anche lui è diventato terreno appetibile per le barche: lavora per un'azienda che produce manuali d'istruzioni di yacht e comincia ad intendersene davvero un bel pò!
Ma doveva essere a Forlì per lavoro, su una barca dei cantieri Ferretti per un nuovo manuale, come potevo chiedergli di venire con me a giocare con le barchette radiocomandate?
Diamine! Sul più bello mi tocca sempre arrangiarmi, forse avrò un caratteraccio tale da potermi far mandare a quel paese da tutti perchè alla fine sono sempre solo in gara!
Ma tu pensa! Un'autostoppista alla sei e mezza del mattino, ma dove vorrà andare?
E vorrà venire con me: è Riccardo!
"Ma vieni con me?"
"Vian, credi che ti avrei permesso di menarmelo per i prossimi trent'anni di non essere venuto con te alla prima regata?"
"Maledizione, ma non era più facile ci fossimo messi d'accordo prima?"
"Facile, difficile, belin come mi stressi la vita, fammi guidare cià , che ti vedo un pò teso; poi quando ho detto al capo che dovevo andare a fare una regata di barchette mi ha chiesto pirma se lo stavo prendendo in giro, poi mi ha chiesto se si correva su lago o sul mare."
"E come faceva a sapere che si corre sui laghi?"
"Appunto Vian! Ci sta aspettando a Viareggio da ieri, sai lui lì ha la casa!
E vedi di non farmi fare la solita figuraccia che non è proprio il caso, per far rimandare sto viaggio a Forlì gli ho detto che era la nostra ultima prova per poter mettere a punto la barca prima delle regate nazionali!"
"Ma io non so manco se sarà competitiva o meno!"
"Chiaro Vian, gli ho detto che sei uno sperimentatore e che per poter alleggerire la barca aumentandone le prestazioni oltre a non averle dato una seconda mano di colore per contenere il peso hai usato meno resina limitandone l'uso all'esatto cinquanta per cento rispetto al tessuto e che poi per poter sfruttare il tutto hai messo un motore che si va forte ma che essendo di due centimetri cubici più piccolo farà più giri degli altri che sono dei quindici e che quindi con meno peso, la minor coppia non si sarebbe sentita in favoredel maggior numero di giri!"
"Ma Ri, il motore è quello che ho trovato disponibile subito e lo scafo non l'ho costruito io!"
"Questo non glielo devi neccessariamente dire, guarda Viareggio, dov'è che devo andare?"
"Gira per la spiaggia!"