TechnoKit SPRY NRG Alluminio ed Emozioni
- 08 Apr 2005

Trovate delle gomme V2/LG che ci soddisfacessero nel comportamento abbiamo iniziato a scendere in pista con una certa decisione, forti anche di una motorizzazione di un certo prestigio. La propulsione del modello è stata infatti affidata ad un Rex Platinum firmato M.Rossi accoppiato con uno scarico Novarossi a tre camere e collettore in line di lunghezza media. Un buon filtro LG, necessario data la molta polvere presente in pista a causa del vento, miscela Viper Genius 16% e candela Nova 6Tf completano l'equipaggiamento del propulsore. Il tiro è veramente molto elevato, ma a sorprendere è la accelerazione impressa al modello, che godendo di una particolare cura nella scorrevolezza e di questo tipo di motore esce dalle curve in maniera rabbiosa, scomponendo, come descritto sopra, il posteriore del modello ad ogni accelerazione particolarmente violenta. Il carburatore del tipo a doppia regolazione e corpo in alluminio con
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() La rigidità torsionale molto elevata rende la piccola Technokit forse più adatta a domenicali gare su piste gommate piuttosto che a test infrasettimanali su piste polverose, e questo risulta evidente dagli elevati valori di tenuta laterale che però poco avvertono dei raggiunti limiti di aderenza, se girate sul nero andrete come missili, un sorpasso sullo sporco invece potrebbe farvi sudare la fronte l'analisi del comportamento del modello ci dice quindi che . Ci troviamo di fronte una macchina che richiede sicuramente pollici in grado di ben adattarsi alle sue caratteristiche uniche, quasi diametralemente opposte a quelle del comportamento delle più classiche trasmissioni a cardani. La tendenza fondamentale, infatti, è quella di un sovrasterzo di potenza molto piacevole e discretamente facile da correggere seguito da un marcato sottosterzo in rilascio, complessivamente il comportamento sembra comunque ben gestibile tramite le numerose regolazioni possibili. Il modello risulta ottimo per quanto riguarda lo sfruttamento delle potenzialità dei motori data la grande scorrevolezza, un filo impacciato nei cambi di direzione nel misto stretto soprattutto su piste non gommatissime, molto stabile in rettilineo e con ottima la frenata. Ci fermiamo ora a osservare bene il modello mentre facciamo qualche foto. l'estetica strabiliante del primo colpo d' occhio viene riconfermata anche dopo un' osservazione più attenta che ci rivela la grande precisione delle lavorazioni e l'elevato gradi di finitura di ogni particolare. Certo il contro di tutto questo metallo è che quando la si monta o rimonta bisogna sempre avere con sé una buona scorta di frenafiletti, indispensabile per evitare che qualche vite o perno con le vibrazioni si perda per strada. Osserviamo la frizione, una 3 ceppi abbastanza standard dotata di campana ventilata su cuscinetti, è realizzata in maniera eccellente a livello di finiture, anche se durante la prova ci ha dato qualche problema perché tendeva a non chiudersi bene in rilascio. Probabilmente un nuovo set di molle gioverà al particolare, che comunque aveva già sulle spalle alcuni litri. Il resto della macchina mostra alcune parentele con la scomparsa Picco da RallyGame, sulle cui ceneri è rinata la Spry, che ne riprende alcuni particolari plastici come i 4 barilotti barilotti e le relative geometrie, l'impostazione telaistica ed il serbatoio. Infine i 4 ammortizzatori, sempre di derivazione della casa di Arcore, sono corti ma abbastanza voluminosi , perfetti per la categoria e con un funzionamento esemplare come da tradizione Picco. Anche da ferma la macchina evidenzia come un montaggio accurato, sommato alla precisione delle lavorazioni CNC su alluminio, porti ad una scorrevolezza inimmaginabile per un modello a cinghia. Proprio la trasmissione è forse la parte meno innovativa, tradizionale nelle sue cinghie a passo stretto di derivazione industriale, che lavorano su pulegge in plastica. Le puleggie più grandi sono quelle dei differenziali, entrambi regolabili, che hanno la possibilità di essere tirati ai limiti del palo rigido (e del regolamento) pur rimanendo scorrevoli. Proprio la taratura di questi ultimi ha probabilmente influito sul comportamento tipicamente pistaiolo evidenziato nella prova in pista. Sempre da quelle parti troviamo le barre antirollio, del tipo regolabile a coltello sia all'avantreno che al retrotreno tutte facilmente accessibili. All'avantreno troviamo i tiranti sterzo in ![]() ![]() Il resto della piastra radio è composto dalla parte dedicata al serbatoio, posizionato piuttosto lateralmente, dal pacco di pile a ![]() ![]() Riguardo alle regolazioni sono, come ci si aspetta da un automodello del genere, tutte presenti modificabili a piacere su ampi gradi. I barilotti lavorano su sistema pivot ball sia all'anteriore che al posteriore, rendendo tutti gli interventi rapidi grazie all'utilizzo di una sola chiave a brugola (campanature e convergenza posteriore); il caster è regolabile tramite le classiche C da posizionare sui perni delle sospensioni anteriori superiori, mentre non è regolabile il passo. l'analisi del modello ha evidenziato la positività delle soluzioni meccaniche adottate, rimane da verificare la affidabilità della SPRY in gara non solo a livello di meccanica in se stessa ma anche di robustezza e resistenza agli urti, inevitabili compagni di gara. Infine il prezzo, in linea con la concorrenza ma non per questo definibile come popolare, siamo sui 700 euro, con uno street price di 600. Si trova anche qualche buon usato che può permettere di avere un ferro come la SPRY con cifre sui 300 euro. Per ogni eventuale altra considerazione vi rimandiamo al bell'articolo di Ferox che trovate sotto fra i link Bikko Link Technokit - www.technokit.it SPRY di Ferox - articolo su RCBazar |